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Iri da Iri Ensemble

Marco Sorge, clarinetto
Lucia Molinari, violoncello
Elena Brunello, pianoforte

Johannes Brahms - Trio in La minore per pianoforte, clarinetto e violoncello, op. 114

“Puoi dire addio alla mia musica” è ciò che Johannes Brahms aveva affermato prima di incontrare Richard Mühefeld, straordinario clarinettista, la cui bravura folgorò il compositore e lo convinse a non porre fine al suo periodo creativo. Fu così che questo fortunato incontro contribuì ad una parte fondamentale del repertorio per clarinetto del secondo Ottocento, con il Trio op. 114, il Quintetto op. 115 e le due Sonate con pianoforte op. 120.

Come tratta Brahms il clarinetto? Come elabora il dialogo con il pianoforte? Come sviluppa le affinità e le differenze profonde tra i timbri del violoncello e del clarinetto?

Ferruccio Busoni conobbe Brahms personalmente a Vienna e da lui ricevette consigli e raccomandazioni. Fu un punto di riferimento molto forte, ne sentì a lungo tempo l’autorità e un timore reverenziale. Quali differenze emergono tra il clarinetto nelle mani di Brahms e nelle mani di Busoni?

Come un piccolo quadro, il Notturno di Casella per violoncello e pianoforte mostra la ricchezza e l’intensità del linguaggio musicale di questo compositore, che si dispega in un lirismo ampio, malinconico e immaginifico, le cui radici possono ricondurre fino a Brahms. La scrittura rende inoltre esplicita la familiarità del compositore con la voce del violoncello, strumento con il quale entrò in contatti fin in tenera età grazie al padre.

L’ensemble Iri da iri si presenta qui nella sua geometria a trio con pianoforte, clarinetto e violoncello. Una formazione molto peculiare in cui le affinità e le profonde differenze tra le voci del clarinetto e del violoncello, si uniscono alla ricchezza del pianoforte.