Quartetto per pianoforte e archi in Mi bemolle maggiore, op. 47, Robert Schumann

Il Quartetto op. 47 di Schumann è una delle gemme più preziose di tutto il repertorio cameristico, poterlo ascoltare dal vivo il 26 Febbraio è un’esperienza da non perdere. 

L’opera venne alla luce nel 1842, anno che il compositore dedicò intensamente e particolarmente alla musica da camera, pervasa anch’essa dalle metamorfosi del periodo romantico. 
L’organico dell’opera prevede il pianoforte, strumento prediletto dalla creatività di Schumann, posto  in ruolo centrale, con gli archi in contraltare e in dialogo (violino, viola e violoncello). 
La prima esecuzione pubblica avvenne nel Dicembre 1844 a Lipsia, con al pianoforte la moglie del compositore, Clara Wieck, anch’ella straordinaria compositrice e pianista di grande talento. Non è un caso che il Quartetto sia dedicato proprio ad un violoncellista, Matvei Wielhorski. All’interno dell’opera, tra le tante bellezze, è contenuto un Andante cantabile che possiede forse uno dei più bei temi di tutta la storia della musica, presentato dalla voce del violoncello.

a cura di Daishin Kashimoto, Violino / Gilad Karni, Viola / Sol Gabetta, Violoncello / Nelson Goerner, Pianoforte

L’opera si apre con un’Introduzione che contiene il motto musicale da cui prende poi avvio il tema principale, esposto dal pianoforte e subito seguito da una risposta cantabile degli archi. Si sviluppa così un tessuto musicale denso e un intenso, raffinato ed energico scambio dialogico tra archi e pianoforte.
Lo Scherzo che segue è animato da uno staccato veloce, misterioso ed irrefrenabile a cui si alternano due sezioni contrastanti di Trio. 
Il movimento successivo rappresenta il cuore pulsante dell’opera. L’Andante cantabile è di una cantabilità malinconica e nostalgica. Dolce e doloroso allo stesso tempo, è proiettato in un tempo sospeso che si vorrebbe non finisse mai. 
L’eroico movimento Finale è un libero intreccio di forme di natura differente: troviamo al contempo forma sonata, rondò, contrappunto e fugato. Un susseguirsi di imitazioni, rincorse e scambi cantabili, che chiudono l’opera con slancio ed entusiasmo senza precedenti in questo genere musicale.
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Se siete incuriositi e desiderate approfondire, eccovi i nostri consigli di lettura: 

Laura Abbatino, Robert Schumann filosofo. L'arte poetica romantica, Mimesis Edizioni. 

Robert Schumann (Luigi Ronga), La musica romantica, SE

Robert Schumann, Clara Wieck (Gerd Nauhaus), Casa Schumann, Diari (1841-1844), EDT

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