Novara 2017: una nuova casa della musica in Via Maestra

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In questi anni abbiamo avuto modo di farvi conoscere la Scuola di musica Dedalo: i docenti, i progetti, la nostra mission, gli spazi, con l’auditorium, le sale prove e persino un bar all’interno.
Ma cosa c’è fuori e intorno alla nostra scuola? Cosa succedeva in queste stanze, prima che ci fosse la Dedalo?

In questo articolo verranno fatte emergere alcune curiosità riguardanti il quartiere di Sant’Andrea, la chiesa, l’edificio in cui ci troviamo e anche il Cinema Araldo


Il quartiere


Il sobborgo di Sant’Andrea, all’inizio del Novecento, contava poco più di un migliaio di abitanti, per la maggior parte operai, contadini, artigiani, ferrovieri, manovali, carrettieri, qualche impiegato e pochissimi benestanti.
Via Maestra (dove si trovano la chiesa, la parrocchia e la nostra scuola) è la più antica strada del sobborgo: durante alcuni scavi sono riaffiorati lastricati romani, per cui si è potuto dedurre che l’antica Novara comunicasse con i passi alpini a nord transitando proprio da questa via!
C’è però un’ altra strada, il cui nome ha sempre suscitato curiosità: via delle Rosette.


Perché “delle Rosette”?


Più di duecento anni fa, proprio all’inizio della strada, Rosa Govone adibì una delle sue case come luogo in cui accogliere un gran numero di orfane che da lei venivano educate, istruite, avviate a lavori specifici e redditizi.
Le orfane, dal nome della loro benefattrice venivano chiamate “le Rosine” o “le Rosette”.
Fu poi la stessa Govone a chiedere di dare il nome di Strada delle Rosette al luogo dove lei e le sue ragazze avevano abitato per diversi anni.


La chiesa di Sant’Andrea


Le origini della chiesa di Sant’Andrea sono antichissime.
Le prime notizie a noi pervenute risalgono al 1100 e nel corso di circa otto secoli la parrocchia fu spesso citata in varie fonti e documenti.
Nel 1664, per volere del parroco Bernardino Piantanida, fu rifatta la facciata e su di essa, sotto l’effige che raffigura Sant’Andrea, venne posto il motto “Homo proponit, Deus disponit” (“L’uomo propone, Dio dispone), che evidenzia il carattere di sopravvivenza della chiesa a innumerevoli calamità e a tanti anni dalla sua costruzione. La facciata del 1664 è la stessa che possiamo vedere oggi, con l’effige del Santo e il citato motto.
L’attuale campanile fu invece voluto e inaugurato nel 1930 e, durante l’abbattimento del vecchio edificio, fu scoperto un grande affresco raffigurante la Crocifissione, sistemato nella sala dell’Arengo del Broletto.


Le case parrocchiali


Nel 1913, con l’arrivo della comunità religiosa dei padri francescani, vennero riattivate e rimesse in uso le tre case del beneficio parrocchiale, fra cui la casa di fronte alla chiesa (in cui ora si trova la Scuola di musica Dedalo). Quest’ultima venne utilizzata, tra le due guerre, come sede delle associazioni giovanili (il Circolo di San Giorgio e l’associazione femminile Santa Rosa da Viterbo). Al piano terra, tre sale poste sulla destra erano dedicate alle ragazze, dall’altra parte vi era la sede maschile, su due piani.
Nel 1962-63, sulla stessa area, fu costruita la Casa Opere Parrocchiali, sede del circolo, delle sale per la catechesi e dell’oratorio.


Il cinema Araldo


Nel 1925 fu costruito il primo salone-teatro di Sant’Andrea. Inizialmente venne utilizzato per conferenze e come sede di gruppi filodrammatici delle varie associazioni di Azione Cattolica negli anni tra le due guerre. Nel 1948 il salone cominciò anche a funzionare come sala cinematografica parrocchiale, denominata Cinema Araldo e circa vent’anni più tardi fu data in affitto ad una cooperativa privata per la gestione della sala a cinema pubblico e a cineforum di cultura.


La nuova sede della Scuola di Musica Dedalo


Nel 2017 a seguito di importanti lavori di ristrutturazione l’edificio prospiciente la chiesa di Sant’Andrea assume la forma che oggi conosciamo e viene inaugurata la nuova sede della Scuola di musica Dedalo.
Il circolo ANSPI, una volta ospitato nelle mura della casa parrocchiale, era stato chiuso da circa dodici anni e versava ormai in stato di totale e grave abbandono. Nel 2016 la cooperativa sociale Dedalo aveva acquistato l’immobile e dato una nuova vita all’intera struttura.

La Scuola di Musica Dedalo, dopo gli inizi di attività nel 1995 nei comitati di quartiere, poi in affitto presso il seminario vescovile, ha dunque potuto beneficiare di uno spazio tutto nuovo ritagliato finalmente sulle proprie complesse esigenze. La ristrutturazione è stata radicale: rifacimento del tetto con smaltimento dell’eternit; cappotto termico a tutto l’edificio; impianto ascensore per abbattere le barriere architettoniche; insonorizzazioni e adeguamenti per il pubblico spettacolo nonché un impianto fotovoltaico per la gestione elettrica.

Ora, con 21 aule insonorizzate, un auditorium polifunzionale e il bar “L’isola che non c’è”, la nuova struttura della Scuola di musica Dedalo riesce ad accogliere ogni settimana più di mille studenti distribuiti nelle decine di corsi di musica che propone che vanno dalle lezioni di strumento fino ai laboratori per i più piccoli o alle orchestre e musica d’insieme per le band. La presenza di un’alta affluenza di persone nella Via Maestra ha ricondizionato il contesto di degrado in cui versava la zona e ha riqualificato una zona di Novara la cui importanza storica è ancora in parte da riscoprire.

La storia di Via Maestra è dunque una storia di riqualificazione urbana che trova, nell’educazione e nella cultura musicale, il proprio motivo generativo.

 

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