La tonalità in musica è come il tono di voce di una persona che parla. Un compositore sceglie la tonalità adeguata al contenuto espressivo così come una persona sceglie il tono di voce adeguata al pensiero da esporre, adeguato alla situazione e agli interlocutori presenti. Cambiare tono di voce, in musica, è ‘modulare’. Questo cambio di tono può essere dolce o brusco; può rafforzare il tono di voce precedente o lo può fortemente contrastare. L’effetto della modulazione porta sempre grande significato in termini espressivi. Alcune modulazioni propongono un cambio inatteso, sorprendente, altre sono assai più sfumate: portano una sensazione di novità senza che questa sia percepita in modo esplicito. Nella canzone italiana, spesso molto “teatrale”, la modulazione è talvolta giocata come un culmine travolgente che porta la voce del cantante al suo apice. La modulazione in questo caso è anche un modo per rinfrescare, con un tono del tutto nuovo, un ritornello sentito già più volte.
Nell’esempio, sentite come Venditti nella sua Song “Ogni Volta” ripropone in fa maggiore il ritornello più volte sentito in re maggiore. L’effetto è sorprendente, coinvolgente e consente al cantautore di portare la propria voce in una tessitura acuta e penetrante.