Il genio di Salisburgo scrisse tre capolavori di immane bellezza a distanza ravvicinata tra marzo e aprile del 1784, all’età di soli 28 anni. Tra questi, il Quintetto K452 si incastona «gemma fra le gemme», nella serie di Concerti Viennesi per pianoforte (K451 e K453), con i quali mantiene un rapporto di parentela stilistica.
Il singolare organico offerto dal quintetto con strumenti a fiato non si allontanava di molto dalla versione “Biedermier” dei Concerti per pianoforte. Si trattava dell’esecuzione nei salotti borghesi di composizioni con organici orchestrali, proposte in versioni cameristiche ridotte. Lo strumento solista poteva così essere accompagnato da un piccolo complesso da camera.
Mozart Quintet for Piano and Winds in E flat K452 - Whittington Festival - Caspar Frantz (piano) Chris Richards (clarinet) Joost Bosdijk (bassoon) Katy Woolley (horn) Olivier Stankiewicz (oboe)
L'esecuzione più nota del Quintetto avvenne la sera del 10 di Giugno 1784, durante un concerto organizzato a Dobling dalla famiglia Ployer, nel quale Mozart stesso lo suonò di fronte al famoso musicista napoletano G. Paisiello. L'essersi presentato davanti a tale celebrità con questa sua composizione, dimostra quanto Mozart tenesse in considerazione il Quintetto K452.
In una lettera al padre Leopold, Wolfgang affermò: «lo considero la cosa migliore che io abbia mai scritto».
Mozart, in un continuo susseguirsi di sfumature, trasforma le idee musicali adattandole alle potenzialità espressive dei cinque strumenti musicali diversissimi tra loro e percorre audaci percorsi armonici, pur mantenendo intatto il suo linguaggio elegantemente semplice e trasparente. Si tratta di musica da camera raffinata e al tempo stesso divertente, un esempio perfetto di dialogo concertante tra le parti.
Il primo movimento si apre con un Largo introduttivo di ampie dimensioni, seguito da un Allegro in forma sonata. Fin dalle prime battute si palesano tutte le caratteristiche del genere “a domanda e risposta”. Lo stile è rigorosamente concertante, spesso giocato in minimi spazi, con slanci di virtuosismo, episodi brillanti e rincorse ritmiche. L'ingegnosa e ricca tessitura, caratterizzata da un susseguirsi di piccole frasi melodiche ad entrata ravvicinata, prende vita su di un impianto armonico estremamente nitido e trasparente.
Definito «uno dei più rari miracoli mozartiani», il Larghetto rappresenta il fulcro musicale di tutta l’opera, momento lirico, intimo e prezioso, in cui viene lasciato spazio alla espansività melodica delle voci. Segnata da percorsi musicali che conducono a territori armonici distanti e impervi, la pagina musicale si trasfigura poi con la serena ripresa del tema iniziale.
Esuberante ed energico, l’Allegretto che chiude questo capolavoro cameristico è segnato da un carattere giocoso, ironico e brillante. Dopo un momento di cadenza interamente scritta per tutti gli strumenti, con imitazioni e virtuosismi, la conclusione si fa però lieve e pacata, dissolvendo gli slanci in un dolce canto.
Non perdere l’occasione di ascoltare quest’opera dal vivo per Musica in Scena 2022, il 21 maggio con l'Iri da iri Ensemble Fiati, presso l’Auditorium Dedalo!